POSIZIONE IDEALE PER PARTORIRE?!

#parto #posizioneparto Oct 26, 2022

POSIZIONE LITOTOMICA PER IL PARTO

La posizione tradizionale per il parto, chiamata posizione litotomica o posizione ginecologica, non è la posizione ideale per una donna per partorire. 

Gli studi e le evidenze crescono e si modificano giorno dopo giorno e, rispetto a questo tema, sono cambiate di molto negli ultimi anni.

Sebbene la posizione supina e quella semi-sdraiata siano le posizioni più comuni per il parto, esistono molte altre opzioni che possono essere utilizzate per far nascere il bambino, facilitandone la fuoriuscita ed evitando problematiche alla futura mamma.

Oltre l'85% delle donne partorisce in posizione supina e la maggior parte di esse in litotomia

Si tratta di una posizione scomoda per la madre, che va a vantaggio degli operatori sanitari che la assistono. 

Non si tratta di una posizione che si adotta perché è comoda per noi o perché ce lo dice l'istinto. È una posizione che si adotta semplicemente perché secondo il personale sanitario possono vedere meglio come sta scendendo il bambino e, in caso di assistenza, la madre è già pronta. 

Non si tiene conto del fatto che questa posizione rende più difficile la nascita del bambino, più problematiche e rischi anche per la mamma.

Si tratta di una posizione standard, utilizzata quasi esclusivamente dai medici.  

Questa posizione è comoda per il medico che fa nascere il bambino, ma può comportare molte complicazioni per la partoriente.  

Le complicazioni possono essere il rallentamento del travaglio o la costrizione al parto cesareo.

Lo scopo di questo articolo è quello di mettere in discussione l'idea che questa sia la posizione migliore in cui una donna possa partorire durante un travaglio normale. 

Vediamo insieme perché la posizione litotomica può essere un ostacolo per il parto e quali sono invece le posizioni ed in generale le cose che possono aiutare affinché si verifichi un parto normale. 

La posizione ginecologica offre numerosi ostacoli alla nascita del bambino:

  • Il diaframma della mamma è bloccato e quindi potrebbe non avere la forza sufficiente di spingere efficacemente il bambino verso l’uscita, non riuscendo a mettere in pratica una respirazione corretta e rischiando di andare in affanno.
  • L’osso sacro è bloccato e schiacciato contro il lettino impedendo una corretta mobilità delle articolazioni e rendendo più difficile il passaggio del bambino nel canale del parto. 
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Le ginocchia divaricate della mamma riducono il diametro del canale del parto rendendo più difficoltoso il passaggio del bambino al suo interno. 
  • Stando distese, l'utero schiaccia la vena cava, cosa che può ridurre l'afflusso di sangue al bambino. Potrebbe quindi essere necessario ricorrere alla ventosa o alle spinte comandate per accelerare il parto. Non forzare le spinte è importante: serve a diminuire le lacerazioni.



Nel parto in posizione supina aumenta il rischio di:



  • Lussazione del coccige
  • Stiramento del perineo
  • Lacerazioni spontanee 
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Ricorso all’episiotomia (il “taglietto”)

  • Danni allo sfintere anale (43 % delle primipare) spesso occulte.

  • Incontinenza post partum.

  • Ricorso ad un parto operativo con applicazione di ventosa e di manovre esterne da parte dei sanitari.

  

POSIZIONI PER RIDURRE IL DOLORE DURANTE IL PARTO 

Nel video-corso “Yoga in Gravidanza con Giovi”, durante le classi, mettiamo in pratica tutte le diverse forme e posizioni che ottimizzano al meglio l'apertura del bacino per un parto naturale meno doloroso e con più consapevolezza. La conoscenza è potere!

Prima dell'avvento della medicina occidentale in Tanzania, le donne partorivano in posizione eretta, sedute, accovacciate o in ginocchio. Le partorienti si aggrappavano a corde o alberi per acquisire forza e stabilità e spingere il bambino con una forza sufficiente. Nonostante le prove a sostegno della posizione eretta come benefica per la donna e per il nascituro, alcune strutture sanitarie promuovono costantemente l'uso della posizione supina.

Un altro studio ha riportato che le donne dei Paesi non influenzati dalla cultura occidentale utilizzano la posizione eretta durante il parto e che questa posizione ha un esito positivo sul travaglio. È stato riferito che la posizione eretta è vantaggiosa sia per la madre che per il bambino, mentre la posizione supina è vantaggiosa solo per gli operatori sanitari e può avere effetti negativi sulla madre e sul bambino.

Ci sono delle posizioni che possono fornire una maggiore mobilità al bacino, sfruttare la gravità e fare spazio al bambino

Le posizioni alternative riducono l'uso dell'ossitocina sintetica perché le contrazioni sono più naturali e favoriscono la produzione di questa sostanza da parte dell'organismo. Inoltre, si riduce il tempo del travaglio perché il collo dell'utero si dilata più velocemente.

Vediamone insieme alcune:

  • Posizione sdraiata sul fianco: una delle gambe puo’ essere sostenuta da uno dei due gambali del lettino o dal partner. La posizione su un fianco, soprattutto quello sinistro, è consigliata per evitare le lacerazioni vaginali.
  • A carponi, appoggiata a terra, sulla palla, su un cuscino, stare carponi è consigliato soprattutto quando la parte presentata è in posizione corretta solo parzialmente.In questo modo, i bambini si spostano.
  • Accovacciata in sospensione con l’aiuto del partner oppure sullo sgabello.

  • Posizione eretta sempre sostenuta dal partner o da un qualsiasi supporto. Se la dilatazione è completa da più di due ore e c'è un rallentamento della progressione, si invita la donna a mettersi in piedi per favorire la discesa del bimbo.
  • Inclinata in avanti  

Può sembrare assurdo pensare di dover chiarire queste posizioni di parto meno tradizionali con la tua ostetrica ed il tuo ginecologo , ma è una buona idea parlarne apertamente. Alcuni operatori non sono preparati o non si sentono a proprio agio nel prendere un bambino in posizioni non tradizionali. La negoziazione di quali opzioni possono essere utilizzate deve essere fatta prima del travaglio, non mentre lo state vivendo.

Discuti e stabilisci le aspettative in anticipo, in modo da sentirti sicura del supporto che riceverai.

Lo yoga in gravidanza insegna ad ascoltarci in profondità grazie anche a tecniche di respirazioni profonde, alle meditazioni e a posizioni e movimenti che ci fanno entrare in connessione con il nostro vero essere e il nostro bimbo/a, per questo per me la posizione migliore in assoluto per partorire...È QUELLA CHE SCEGLI TU!

Anche se in quel momento ti trovi in uno stato di confusione, ascolta il tuo corpo, il tuo respiro ed il tuo bimbo che, dall’interno, ti guiderà nell’unica modalità in cui può farlo.

Il parto è un'esperienza molto potente e il modo migliore per affrontarlo è quello di essere preparate e di essere in un ambiente propizio, intimo e rispettoso essendo un momento così unico e delicato.

Luci soffuse e silenzio, ma soprattutto la possibilità di avere libertà di movimento sono tutti elementi utili a sentire meno dolore. Sebbene non esistano posizioni antalgiche al 100%, le donne sanno naturalmente posizionarsi in modo da ridurre le forti sensazioni che sentono.

Quindi, quando arrivi in ospedale e vedi una barella nella stanza, non stenderti su di essa, ma usala come supporto o mettila fuori gioco e usa lo spazio nella stanza per muoverti.

Alcune strutture, specialmente, le pubbliche e più storiche, dovrebbero dare la possibilità alla futura mamma di poter scegliere come dare vita al proprio figlio/a in modo davvero naturale, senza manovre, consigli dati solo per comodità, costrizioni ecc 

Anzi è  fondamentale che ogni mamma sia incoraggiata a trovare la posizione migliore per partorire, evitando il ricorso alla posizione ginecologica classica che normalmente offre molti più rischi che benefici a mamma e bambino.

La cosa che, generalmente, aiuta di più le donne a sentire meno dolore è quella di camminare lentamente e di muovere il bacino.

Nella contrazione, però, si ha bisogno di un appoggio: il muro, le spalle del partner, una poltrona o la palla.

La flessione in avanti del busto aiuta moltissimo ad alleviare la sofferenza; la posizione in piedi e inclinata un po' in avanti è quella che facilita maggiormente il lavoro dell'utero. Il dolore si sposta e cambia: ecco perché è importante potersi muovere per assecondarlo e rispondere alle sue trasformazioni.

Man mano che il tempo passa, però, le gambe si stancano. Ecco perché, a un certo punto, la futura mamma ha bisogno di continuare il travaglio da seduta o sul letto. Una buona posizione può essere quella di mettersi a cavalcioni della sedia, appoggiate con il busto allo schienale, in modo da avere le gambe sostenute; spesso poi la futura mamma si metta sdraiate su un fianco, alzando una gamba; oppure semi-carponi appoggiata alla sponda di un letto o al divano, inclinata in avanti.

Verso la fine del parto, la mamma sarà facilitata nelle spinte se può attaccarsi a una corda o a un telo robusto con le braccia, sia da seduta sia in piedi. In quest'ultimo caso, il bacino sarà completamente libero, adattandosi alla pressione del bambino che dovrà attraversarlo, e anche le gambe potranno cedere un po'. Le braccia appese, infine, favoriscono la respirazione più adatta alla fase finale: facendo sollevare il diaframma respiratorio, lascia risalire di riflesso anche il pavimento pelvico e questo dà più spazio al passaggio del bambino.

È un diritto di ogni donna scegliere la posizione che più sente sua in quel momento, a meno che non ci sia una problematica o una situazione specifica descritta dal ginecologo ed ostetrica. 

Una delle cose più belle che lo yoga insegna è saperti ascoltare, quindi in qualsiasi momento tu ti trovi ricorda di

 

ASCOLTARTI!

 

(Fonti: Lauren - Island Prenatal Yoga)

 

YOGA in GRAVIDANZA con GIOVI

 

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